martedì 27 novembre 2012

MOMENTO COMICO TRA NOI...

C'era una volta, nelle alte colline lontano lontano dove giocano i Teletubbies tenendosi per mano, un bel castello di pietra. Era la dimora del principe-guerriero PADALINO che viveva lì con uno stregone di nome GRANESE ed un garzone BARONE con la BARBA. Recentemente, il guerriero era ritornato dalla battaglia in un GIARDINO contro un mostro PELLEGRINO ed aveva appena posato la sua armatura sul manichino che gli aveva costruito il vecchio TANCREDI. La corazza era danneggiata e il principe la consegnò al maniscalco del regno. Quest'uomo viveva in un cartone e campava d'elemosina: era un fabbro-barbone. Il principe aveva fame e si fece cucinare un PULLO campestre ed un piatto di PENNASILICO dal suo fedele chef di SANTAMARIA. Il giorno dopo, il principe fece colazione con una buona RAIOLA fresca ripiena di ricotta ma venne interrotto dal suo consigliere GIULIANO: un drago aveva bruciato tutta la foresta di Teletubbielandia ed era compito del principe fermarlo! L'attacco aveva interrotto il suo pasto a lume di CANDELA e il suo cavallo DI GREGORIO era già stato sellato dallo scudiero D'ANDRIA che si cibava solo di CARBONE. Prima di partire, il guerriero si fece portare delle provviste dal suo fedele SCHIAVINO che gli riempì la bisaccia con un CITRO fresco, un GARGANO, un biscotto FEDERICO, una borraccia di VERNIERI ultima annata ed una CAMARDA appena pescata. In più, aveva regalato al principe un bambolotto che sparava un CONSIGLIO all'ora e che era vestito con una camicia a ROMBI. Il principe s'incamminò per le sconfinate pianure di Teletubbielandia accompagnato dal suo fedele CAVALIERE che morì quasi subito cadendo in un burrone. Il guerriero arrivò nella caverna del drago e, pieno di paura, entrò. Il drago gigantesco gli ruggì in faccia ed il principe lanciò un urlo che venne avvertito su Saturno e il cuore del drago esplose. Il mostro si contorse dal dolore e l'incantesimo si spezzò rivelando un Dipsy fucsia che impazziva d'amore per il principe che scappando sul suo baldo destriero,attraversò il SARNO, emigrò nel mondo di Peppa Pig e vissero tutti felici e contenti!
N.B: Nel testo sono evidenziati i cognomi dei compagni di classe.
                                           (Post a cura di Francesco Giardino)


lunedì 26 novembre 2012

UN LAVORO DI GRUPPO : L'INQUISIZIONE E LA CACCIA ALLE STREGHE

L'inquisizione è l'istituzione ecclesiastica fondata dalla Chiesa cattolica per indagare e punire, mediante un apposito tribunale, i sostenitori di teorie considerate contrarie all'ortodossia cattolica. Storicamente, essa nasce nel 1184 con papa Lucio III, ma poi  il 21 luglio 1542 Paolo III, allo scopo di combattere più efficacemente la Riforma protestante, costituì l' Inquisizione romana, ossia la "Congregazione della sacra, romana ed universale Inquisizione del santo Offizio ".
L' Inquisizione si propose nel corso della sua lunga esistenza di perseguire sopratutto gli eretici, ossia coloro che "dogmatizzano contro la fede cristiana e generalmente contro la religione"; anche i re che consideravano generalmente la religione come il bene dei popoli collaboravano con la chiesa alla repressione delle eresie, "sempre infeste all'altare insieme ed al trono".
L'inquisizione poteva giudicare chiunque, anche nobili o vescovi, e i magistrati e i giudici erano tenuti ad eseguire i suoi decreti, sotto pena di scomunica.
Gli inquisitori procedevano contro gli eretici, contro i pagani che dopo essere stati battezzati ritornavano a professare il paganesimo, contro astrologi e maghi soprattutto se questi avevano fatto patti col demonio, contro chi predicava dottrine scandalose e contrarie alla vera religione come quelli che sostengono che la Santa Vergine non sia stata concepita senza peccato originale. 
Il tribunale dell' inquisizione adottò la procedura del processo inquisitorio (dal latino inquisitio, cioè indagine) nel quale il giudice era anche accusatore: in un processo dell'inquisizione per giungere alla condanna era sufficiente la testimonianza concorde di almeno due testimoni o la confessione dell' imputato, il quale veniva detenuto in carcere durante lo svolgimento del processo. Se la prova della colpevolezza non era raggiunta, l'imputato era sottoposto a tortura (fino al XVIII secolo) generalmente consistente nella corda: legate le braccia dietro la schiena, l'imputato, nudo, veniva sollevato da terra dalla corda che scorreva su una carrucola fissata al soffitto. Egli era tenuto in quella condizione per non più di mezz'ora, perché una durata superiore poteva comportare gravi conseguenze, dalle lesioni agli arti superiori fino al collasso cardiocircolatorio. La tortura poteva essere ripetuta più volte nel corso del processo. 
La persecuzione di streghe e protestanti portò all'emigrazione forzata dei principali esponenti della fede riformata. Tra i processi famosi celebrati dal tribunale dell'Inquisizione si ricordano quello a carico di Giordano Bruno e il processo a Galileo Galilei. Particolarmente dura fu l'Inquisizione spagnola, dopo la conversione dei musulmani e degli ebrei al Cristianesimo: infatti l'Inquisizione fu un importante mezzo per rinforzare la ''limpieza de sangre'',  contro i discendenti di musulmani ed ebrei. 
Oltre a perseguitare eretici e protestanti, l'Inquisizione si dedicò anche alla caccia alle streghe, cioè alla condanna di donne sospettate di compiere magie e fatture e di essere legate a forze infernali da cui ricevere i poteri per danneggiare l'uomo.
La caccia alle streghe nacque alla fine del XV secolo e in quell'epoca le streghe furono perseguitate e spesso condannate a morte.
La strega era immaginata svolazzante a cavallo del suo manico di scopa in una società ancora legata a antichissimi credenze e superstizioni. La Chiesa Cattolica a quei tempi da una parte combatteva le credenze magiche, ma dall'altra credeva nell'esistenza di streghe e maghi che incontravano il diavolo e stringevano patti con lui durante i sabba. Le ''cacce alle streghe'' si concentravano soprattutto tra la fine del Quattrocento e la prima metà del Seicento; le presunte streghe appartenevano di solito alle classi sociali più modeste  ed erano di solito vedove, levatrici ed erboriste, cioè donne sole o che esercitavano attività legate alla vita e alla salute; perfino le donne coi capelli rossi venivano considerate le donne di Satana.
Contro le streghe era possibile usare la tortura, anzi nel 1484 il papa Innocenzo VIII ordinò di scoprire, torturare e giustiziare le streghe in tutta Europa. Fu pubblicato il "Malleus maleficarum", una specie di manuale del perfetto inquisitore, in cui i frati domenicani Heinrich Kramer e Jacob Sprenger elencavano tutti i malefici delle streghe: esse uccidono il bambino nella pancia della madre, seccano i campi, mandano a male uva, frutta e tutto ciò che si coltiva, stregano con magie malefiche uomini, donne e animali, sono in grado di mandare malattie dolorose e possono impedire a donne e uomini di avere figli. Le donne accusate di stregoneria non sfuggivano mai alla prova della tortura; ad alcune si legava una pietra al collo e le si gettava in acqua: se morivano avevano dimostrato la loro innocenza, se si salvavano erano arse sul rogo. In questo modo l'Inquisizione dal 1257 al 1816 torturò e uccise milioni di persone, soprattutto donne, completamente innocenti.
(post a cura di Carmine Raiola, Ludovica Cavaliere, Claudio Barba, Francesco Tancredi, Umberto Santamaria, Sara Barone, Costabile Di Gregorio, Gaia Pullo, Antonio Sarno)




                                 

venerdì 16 novembre 2012

UN LAVORO DI GRUPPO: LA CONTRORIFORMA

La Controriforma è l'attività che la chiesa mise in atto per frenare la diffusione del protestantesimo. Essa è detta appunto "controriforma" per sottolineare l'opposizione alla riforma protestante e la volontà di bloccare o ostacolare la riforma luterana. Tutto ciò trova nel Concilio di Trento il suo atto fondamentale, nel tentativo di "ri-cattolicizzazione" dei territori caduti in mano al protestantesimo.
In realtà il termine "controriforma" non era usato nei secoli XVI e XVII, ma venne coniato per la prima volta da Johann Putter nel 1776 per indicare la reazione della Chiesa alla riforma luterana attraverso la riaffermazione dei dogmi discussi dal protestantesimo, la condanna della riforma come eresia, la persecuzione degli eretici, la censura dei testi e di qualsiasi opinione non fosse conforme alle idee ecclesiastiche. Infatti la Chiesa era intervenuta condannando Martin Lutero come eretico, ma questo non aveva bloccato la diffusione delle idee. Molti cristiani chiedevano un concilio di vescovi che cercasse un accordo tra cattolici e protestanti e iniziasse una riforma della chiesa cattolica. Il Concilio si tenne a Trento dal 1545 fino al 1562. 
Per decisione del Concilio, furono aperti i seminari per la formazione dei sacerdoti; furono aperti scuole e collegi per l'educazione cattolica dei giovani; fu pubblicato un catechismo in cui erano contenute tutte le norme di fede. Inoltre fu deciso di inviare i missionari nelle terre americane e africane scoperte in quegli anni. Oltre alle misure repressive, la Chiesa avvertì la necessità di attuare un rinnovamento religioso che si manifestò nel mondo cattolico attraverso la formazione di nuovi ordini religiosi. Fu rafforzato l'ordine dei frati cappuccini che seguivano rigorosamente l'insegnamento di San Francesco, e nacquero vari nuovi ordini: i Filippini, dal nome del fondatore San Filippo Neri, che si occupavano della gioventù, i Fatebenefratelli che si occupavano degli infermi, i Barnabiti e gli Scolopi che si occupavano dell'istruzione dei bambini poveri. Il loro atteggiamento virtuoso fu un esempio positivo ed un forte stimolo per il rinnovamento cattolico. A questo proposito è emblematica la figura di San Carlo Borromeo, vescovo di Milano, divenuto quasi simbolo della riforma cattolica. Le cronache dell'epoca riportano un episodio significativo: in occasione della peste del 1576, il vescovo è impegnato a consolare personalmente i malati nelle case e nel lazzaretto e partecipa alle processioni scalzo e con una corda al collo! In quest'opera di riconquista dei fedeli bisogna ricordare la Compagnia di Gesù o Gesuiti, fondata da Ignazio Loyola nel 1540, una milizia dedita alla conversione degli infedeli, alla difesa della Chiesa e del Papato. Per distinguersi dagli altri ordini i Gesuiti aggiunsero ai consueti voti monacali come la castità e la povertà, anche quello della completa sottomissione al papa. I Gesuiti si attivarono per assimilare la fedeltà alla chiesa: nelle corti dei principi istituirono le scuole e collegi che si occupassero dell'educazione religiosa dei figli dei dirigenti. Il gesuita stesso è un'insegnante oltre ad essere oratore, confessore e missionario in America, Cina ed India. L'emblema dell'ordine dei Gesuiti è un disco raggiante e fiammeggiante con al centro le lettere IHS, il monogramma di Cristo, la lettera H è sormontata da una croce; in punta, i tre chiodi della passione. 
I seminari traggono la loro origine col decreto emanato nel 1563, nelle fasi conclusive del Concilio di Trento, quando si decise la loro costituzione per garantire ai futuri sacerdoti una maggiore preparazione culturale e una più profonda formazione spirituale. San Carlo Borromeo, come arcivescovo di Milano, emanò un regolamento per gli istituti fondati nella sua provincia e favorì la costruzione di nuovi edifici per il Seminario Maggiore e il Collegio Elvetico di Milano, con ariosi e vasti cortili. Si decise che vi fossero seminari minori per i ragazzi più giovani e seminari maggiori per i più grandi; in questi ultimi si studiano molta filosofia e latino, ma soprattutto teologia, cioè studi religiosi.
Per impedire la diffusione delle idee di Lutero e degli eretici, fu istituito l'Indice dei libri proibiti (in latino "Index librorum prohibitorum"), un elenco di pubblicazioni proibite dalla Chiesa cattolica creato nel 1558 per opera della Congregazione della Sacra Romana e Universale Inquisizione (o Sant'Uffizio), sotto Paolo IV. Ebbe diverse versioni e fu soppresso solo nel 1966; già nel 1515 erano stati presi provvedimenti contro la libertà di stampa: "Stabiliamo e comandiamo che ora e per sempre, nessuno, sia a Roma che in qualsiasi altra città e diocesi, stampi o faccia stampare un libro o qualsiasi altro scritto, senza che prima siano stati diligentemente esaminati a Roma dal nostro vicario o dal maestro del sacro palazzo e nelle altre città o diocesi dal vescovo o da altra persona esperta nella scienza cui si riferisce il libro... Chi oserà agire altrimenti, perderà i libri stampati, che saranno pubblicamente bruciati". Con la bolla di papa Leone X "Exsurge Domine" del 15 giugno 1520 si condannavano alla distruzione tutte le opere presenti e future di Martin Lutero. Nel 1559, ad opera del Sant'Uffizio, uscì a Roma un primo Cathalogus librorum Haereticorum, con intenti quasi esclusivamente anti-protestanti: vi comparivano anche le opere di Luciano di Samosata, il "De monarchia" di Dante Alighieri e perfino i commentari di papa Pio II sul Concilio di Basilea. L'elenco dei libri proibiti comprendeva l'intera opera degli scrittori non cattolici, compresi i testi non di carattere religioso, altri 126 titoli di 117 autori, di cui non veniva tuttavia condannata l'intera opera, e 332 opere anonime. Vi erano inoltre elencate 45 edizioni proibite della Bibbia, oltre a tutte le Bibbie nelle lingue volgari, in particolare le traduzioni tedesche, francesi, spagnole, italiane, inglesi e fiamminghe. Veniva condannata l' intera produzione di 61 tipografi (prevalentemente svizzeri e tedeschi): erano proibiti tutti i libri che uscivano dai loro torchi, anche riguardanti argomenti non religiosi, in qualsiasi lingua e da qualsiasi autore fossero scritti; questa disposizione aveva l'obiettivo di dissuadere gli editori di autori protestanti di lingua tedesca. Infine si proibivano intere categorie di libri, come quelli di astrologia o di magia, mentre le traduzioni della Bibbia in volgare potevano essere lette solo su specifica licenza, concessa solo a chi conoscesse il latino e non alle donne.
(post a cura di Chiara Vernieri, Eleonora Federico, Mario Granese, Gaja Granese, Ivana Rombi, Alfredo Consiglio, Martina Pennasilico, Sara Giuliano, Gianluigi Citro)
     
                                          

lunedì 12 novembre 2012

UN LAVORO DI GRUPPO: LE RELIGIONI DELLA RIFORMA

La Riforma protestante è il movimento che ha portato alla nascita della Chiesa Luterana durante il Rinascimento. Il fondatore della Chiesa Protestante è il monaco tedesco Martin Lutero; altri personaggi che hanno contribuito al movimento riformatore sono stati Giovanni Calvino, Filippo Melantone e Ulrico Zwingli, un teologo svizzero. 
Martin Lutero, con le sue 95 tesi, fu accusato di eresia dal Tribunale dell'Inquisizione. Causa principale della Riforma è in primis la decadenza della Chiesa, dovuta sopratutto a fenomeni quali il nepotismo, l'eccessiva ricchezza dei monaci e il mancato rispetto da parte dei sacerdoti della castità. Il Luteranesimo si espanse per gran parte d'Europa, ma sopratutto nei paesi del Nord. La nuova religione prevedeva un diverso approccio alle Sacre Scritture rispetto alla Chiesa Cattolica, nel senso che le dottrine della Chiesa devono essere verificate nella Bibbia e non possono esserci riti o tradizioni imposte dalla Chiesa senza che se ne parli chiaramente nei testi sacri; inoltre la Chiesa Evangelica Luterana ha le sue radici nella Chiesa Apostolica, cioè dei primi seguaci di Gesù, e i Sacramenti sono solo due: il Battesimo e la Santa Cena, sacramento uguale all'Eucaristia cristiana. 
Lo stemma della Chiesa Luterana è la "Rosa di Lutero" e nella lettera che segue, il monaco tedesco ne spiega il significato: "Prima dev'esserci una Croce: nera nel cuore, che ha il suo colore naturale, affinché io mi ricordi che la fede nel Crocifisso ci rende beati. Poiché il giusto vivrà per fede,  per la fede nel Crocifisso. Ma il cuore deve trovarsi al centro di una rosa bianca, per indicare che la fede dà gioia, consolazione e pace; perciò la rosa dev'essere bianca e non rossa, perché il bianco è il colore degli spiriti e di tutti gli angeli. La Rosa è in campo celeste, che sta per la gioia futura. E il campo è circondato da un anello d'oro, per indicare che tale beatitudine in cielo è eterna e che non ha fine e che è anche più eccellente di tutte le gioie e i beni, così come l'oro è il minerale più pregiato, nobile ed eccellente."
Quello che oggi va sotto il nome di Calvinismo è un movimento cristiano evangelico sorto nel Rinascimento nell'ambito della Riforma Protestante a seguito dell'opera e della predicazione di Giovanni Calvino. Egli ritiene che nel sacramento si riceva realmente il corpo e il sangue di Cristo, ma ciò avviene in maniera spirituale con Gesù. Nelle chiese riformate (di tradizione calvinista) non c'è un sacerdote che debba consacrare pane e vino su un altare, come avviene invece nella chiesa cattolica: gli elementi della Santa Cena sono preparati su di un tavolo comune. Normalmente, la Santa Cena non è celebrata ogni domenica: la frequenza ed il giorno differiscono da chiesa a chiesa e persino da comunità a comunità (da una volta al mese fino a solo tre o quattro volte all'anno). Per i calvinisti è di grande importanza il successo nel lavoro, segno del favore divino; infatti i calvinisti credono nella predestinazione, cioè il fatto che Dio ha già deciso dalla nascita se ognuno di noi deve essere salvato o no nell'altra vita.
Un'altra religione che nacque dalla Riforma Luterana fu la Chiesa Anglicana. Essa nacque non per veri sentimenti religiosi ma perché Enrico VIII, alla ricerca di un figlio maschio per la successione al trono, decise di divorziare da sua moglie Caterina D'Aragona, da cui aveva avuto solo una femmina, Maria, ma il Papa glielo impedì. Così Enrico VIII decise di dividersi dalla Chiesa Cattolica e poté così sposare Anna Bolena, sua dama da compagnia da cui ebbe una seconda figlia femmina, Elisabetta. Anna fu decapitata nel 1536 accusata di aver sedotto degli uomini. Ad Anna Bolena successe Jane Seymour che morì partorendo il futuro Edoardo VI. Dopo due anni, Enrico sposò Anna di Clèves e dopo poco i due divorziarono restando buoni amici. Poi Enrico sposa Caterina Howard, ma accusata di aver condotto una vita liberale, viene decapitata anche lei nella Torre Di Londra. L'ultima moglie di Enrico VIII fu Caterina Parr (sembra che le "Caterine" abbiano avuto un certo fascino per il Re d'Inghilterra) che amava la musica e l'arte. Caterina sopravvisse ad Enrico VII risposandosi poi segretamente nel 1547.
(post a cura di Francesco Giardino, Gianmaria Schiavino, Miriana Pellegrino, Marco D'Andria, Leonardo Carbone, Annalisa Padalino, Anna Emilia Candela, Gargano Silvio, Martina Camarda)