mercoledì 23 gennaio 2013

DELITTO ALLA "MONTERISI"

Era l'ultima settimana di lezione prima delle vacanze estive e nella 2C c'erano solo otto alunni presenti: Chiara, Claudio, Francesco, Anna Emilia, Costabile, Sara, Gaja e Ivana. La giornata era iniziata come tante altre, anche se i ragazzi erano particolarmente eccitati all'idea che avrebbero inserito l'ultimo post dell'anno scolastico sul loro blog, con l'aiuto della prof. di italiano. Questa volta la prof. aveva dato loro la possibilità di decidere di quale argomento parlare. Francesco aveva tante idee, Ivana, Sara e Anna Emilia volevano parlare della storia di Giuseppe Verdi, Gaja e Chiara dell'alimentazione mentre Costabile e Claudio erano a corto di idee...
Stavano accendendo la LIM, quando la prof. di italiano chiede ai ragazzi di portarle il bicchiere d'acqua che era solita bere prima di iniziare la lezione e poi quel giorno faceva particolarmente caldo. Francesco, sempre pronto ad offrirsi volontario, schizza fuori dalla classe alla ricerca di un bicchiere di plastica e vola in bagno per riempirlo d'acqua.
Ci mette un po' di tempo e rientra in classe facendo l'imitazione della signora Livia, la bidella, che ancora urlava perché si era resa conto che dal suo armadietto era sparita la busta dei bicchieri di plastica. Era stata un'impresa trovarne uno ma, racconta Francesco ai suoi compagni, piuttosto che fare brutta figura con la prof. ritornando a mani vuote, aveva preso l'unico bicchiere che era riuscito a vedere vicino a sé, poggiato su uno scaffale nel corridoio.
Ma dopo aver bevuto qualche sorso d'acqua la prof. si accascia sulla cattedra senza vita. Cosa sarà successo? I medici arrivati in soccorso non possono fare niente per lei e dopo poco ecco arrivare la polizia chiamata dalla preside.
Dall'esame fatto sul contenuto del bicchiere risulta che l'acqua bevuta dalla prof. conteneva una certa quantità di veleno per topi in polvere e le uniche impronte trovate su di esso erano di Francesco.
Quindi, l'unico sospettato del commissario Rossi è lui, ma c'è un dubbio: tutti hanno dichiarato che i suoi rapporti con la prof. erano ottimi.
Tra gli otto presenti c'è grande agitazione, non riescono a stare fermi e in silenzio, nonostante la presenza della polizia. Francesco riflette sull'accaduto, pensando ad una storia da scrivere. Sara e Ivana sono particolarmente impaurite e Anna Emilia si lamenta di un prurito alle mani dando la colpa ai poliziotti e disse: "Quei poliziotti con la loro mania di prendere le impronte!" Quell'inchiostro le aveva fatto sicuramente allergia. Chiara non riesce a togliersi dalla testa quello che era accaduto e incomincia a ragionare e riflettere sul fatto che forse non è stato Francesco ma qualcun altro. Crede che, se veramente fosse stato lui, avrebbe trovato un modo per far si che le sue impronte non apparissero sul bicchiere per non essere scoperto.
Poco dopo infatti la polizia trova dei guanti in cortile probabilmente gettati dalla finestra, un paio di quelli che usano tante mamme in cucina per non rovinarsi le mani, fatti di quel materiale sottile di gomma bianca. Adesso quindi, proprio come aveva pensato Chiara, Francesco non è più il sospettato numero uno. I sospettati dunque, sono tutti gli otto presenti.
Chiara cerca di ricostruire nella sua mente tutti i momenti prima e dopo l'accaduto. Di sicuro l'assassino è uno di loro perché solo un alunno può conoscere l'abitudine della prof. di chiedere l'acqua prima dell'inizio della lezione, ma come aveva fatto a mettere la polverina nel bicchiere?
Guarda i volti dei suoi compagni ad uno ad uno, Claudio, Costabile e Francesco giocano a battaglia navale per passare il tempo. Ivana, Gaja e Sara sono così impaurite da essere diventate pallidissime e Anna Emilia non trova pace con quel prurito alle mani, che ora sono coperte da tanti puntini rossi. Continua a ripetere che è tutta colpa  dell'inchiostro, quell'inchiostro dei poliziotti! E' così strana, si gratta, si gratta.
All'improvviso ecco! Quei puntini, i guanti fatti di quella gomma! Chiara ricorda che sua madre non li usa mai. Dice che non li sopporta perché le fanno allergia. Allergia al lattice! Anna Emilia li ha messi per non far trovare le sue impronte sul bicchiere, ecco perché ha il prurito!
Chiara informa subito il commissario Rossi di questa scoperta: Anna Emilia sapeva che la prof. avrebbe chiesto il bicchiere e, conoscendolo bene, sapeva che Francesco non sarebbe mai mancato quel giorno a scuola perché c'era da scrivere l'ultimo post sul blog!
Sicuramente Anna Emilia aveva preso il veleno dal garage di suo padre e l'aveva messo nel bicchiere che aveva lasciato su quello scaffale dopo aver rubato quelli della signora Livia.
Sapeva con certezza che Francesco vedendolo lo avrebbe preso pur di non fare brutta figura!
Ma perché tutto questo? Lei non aveva motivo di fare una cosa simile: era la migliore, la prof. le dava sempre soddisfazione, sempre ottimi voti... appunto! Anna Emilia era stufa di tutto questo, non si sentiva libera di fare errori, aveva paura di sbagliare e deludere la prof. ed era invidiosa di quelli che non dovevano dimostrare niente a nessuno.
Quindi aveva deciso di eliminare il motivo della sua ansia: la prof. di italiano!
Anna Emilia, messa alle strette dal commissario, non ha potuto fare altro che confessare... e il caso è risolto!
                                         (Post a cura di Chiara Vernieri)