domenica 23 ottobre 2016

STOP AI BULLI: FEDERICA 100 - BULLA 0!!!

Io sono stata una vittima del bullismo; sinceramente credo che sia più facile scrivere che parlare, quindi ecco che scrivo il mio piccolo ricordo del bullismo, che ho cercato col tempo di dimenticare il più possibile. 
Da piccoli tutti si credono grandi, però io ho sempre saputo che picchiare, almeno com'è stato insegnato a me, è una cosa brutta e che si provoca del male a chi lo si infligge. Da piccola io ero una bambina come tante altre, forse un pochettino iperattiva, ma non avevo mai avuto problemi fino alla terza elementare, quando una mia compagna di classe iniziò a prendermi in giro per il mio aspetto e i miei difetti. Io non ero tanto offesa perché a otto anni non conoscevo il significato di alcune delle parole che mi diceva. Una mia amica mi consolava, perché comunque quelle poche parole che capivo mi colpivano diritto al cuore, però dopo un po' ho capito che erano solo parole che ti rimangono in testa per vari giorni ma poi se ne vanno via come le foglie al vento. Quando la bulla si rese conto che ormai non le davo più corda, iniziò ad alzare le mani su di me. Una mattina eravamo entrate per prime a scuola e non c'era nessuno in classe; lei mi offese e io presi coraggio e le risposi a tono ma lei, invece di rispondere, si alzò dal suo posto, mi prese per i capelli e mi fece sbattere la testa contro il muro. Io rimasi esterrefatta per quel gesto e scivolai lungo il muro fino a sedermi a terra, dove rimasi in silenzio con le lacrime che mi scorrevano dagli occhi, poi mi alzai di scatto quando arrivarono gli altri compagni. Io decisi proprio nel momento in cui mi trovai seduta a terra che ormai era finita, però non per me ma per la bulla: nella mia mente pensavo: Federica 1 - bulla 0. Ma col passare del tempo e le offese che ormai comprendevo cominciai a pensare: Federica 1 - bulla 10. 
Dopo un certo periodo di battibecchi, soprusi, angherie e varie botte (tutto sempre quando nessuno ci vedeva), arrivò l'estate e finalmente ero libera da tutto: dalla bulla, dai compiti e dalla scuola. La cosa che  mi rendeva più felice era che solo in estate avrei potuto incontrare il mio migliore amico, col quale potevo parlare senza sentirmi giudicata. Forse è stato l'aver parlato con lui che in quarta elementare mi ha dato la forza di pensare: Federica 100 - bulla 0! Il mio amico mi aveva fatto riflettere e avevo capito che in realtà tra noi due - me e la bulla - la più forte... beh, ero io, perché essere forti fisicamente è niente in confronto a essere forti nel pensiero. L'importante è essere capaci di capire che una persona che fa del male a un'altra ha a sua volta una debolezza dentro di sé; ho capito di essere forte perché io non offendo e non picchio e soprattutto sono forte perché sono stata capace di combattere contro i pensieri che mi facevano sentire debole e inutile; sono forte perché non mi sono abbassata ai livelli della bulla. Per questo devo ringraziare il mio amico che mi ha saputo ascoltare e consigliare, altrimenti forse sarei ancora chiusa in me stessa e non sarei riuscita a superare alcune difficoltà in cui ho avuto bisogno di tutta la mia autostima. 
Se volete sapere la mia sul bullismo, io penso che il bullo punti la persona più debole e cerchi man mano di renderla più insicura di se stessa. Però devo dire la verità: questa esperienza mi è servita per darmi un pizzico di coraggio in più in quei momenti in cui le mie difficoltà mi sembravano insormontabili. Invece poi sapete com'è andata a finire? La bulla ed io siamo rimaste in buoni rapporti, anche se, quando penso a quel periodo e a quella situazione, ancora oggi inspiegabilmente mi scende una lacrima. 
                                                       (Federica Pace, II C)