mercoledì 16 novembre 2016

LIBRIAMOCI: ROMEO E GIULIETTA 2.0


Risultati immagini per libriamoci 2016 locandinaIn occasione di "LIBRIAMOCI - giornate di lettura nelle scuole" in classe abbiamo letto ad alta voce un brano di "Romeo e Giulietta" di William Shakespeare, il famoso dialogo tra i due innamorati, quando Giulietta è sul balcone della sua camera e Romeo le parla dal cortile. Il loro è un discorso pieno di parole d'amore, ma... i ragazzi di oggi parlerebbero proprio come loro? Noi abbiamo immaginato il dialogo tra Romeo e Giulietta ai giorni nostri. Ecco alcuni dei nostri lavori...

1 - Romeo:  Oh, quanto sei bella Giulietta! Sai, è da un po' di tempo che non ci sentiamo, perché non rispondi ai miei sms? Sembri una stella caduta dal cielo. Mi piacerebbe che tu fossi la mia ragazza... Ti amo troppo, Giulietta!
Giulietta: Romeo, Romeo! Perché sei tu Romeo? Non accettare quel che dice tuo padre; se mi ami io cambierò identità e non sarò più una Capuleti! Le nostre famiglie si odiano, ma io solo con te mi sento me stessa: gli altri ragazzi non ti somigliano proprio, per me solo tu sei perfetto! Credo però che non potrò più parlarti: i miei genitori mi controllano le chat. Ma sai che faccio? Cambierò il tuo nome su WhatsApp, ti segnerò con "Amore" così i miei non capiranno che sto parlando con te!
Romeo: Giulietta, va bene: da oggi in poi per te mi firmerò "Amore"!
                                       (Claudia Sharon De Santis, II C)

2. Una sera accendo il cellulare e mi stupisco molto nel vedere su Facebook una richiesta di amicizia da parte di Romeo Montecchi: le nostre famiglie sono nemiche da tantissimi anni e una nostra amicizia è impensabile, però poi penso che non me ne importa granché, perciò clicco e mi ritrovo dopo pochi minuti a chattare con lui. E' molto simpatico, perciò accetto il suo appuntamento per andare in discoteca la sera seguente. 
Appena ci incontriamo, Romeo mi abbraccia come se ci conoscessimo da sempre: "Ciao, bambola, non vedevo l'ora di incontrarti! Sei ancora più bella che in foto!"
"Anche tu sei niente male - rispondo io - ma non perdiamo tempo, entriamo: se passa il mio vecchio e mi vede con te, mi chiude in casa per un mese!"
"Non preoccuparti, ora che ci siamo conosciuti nessuno potrà separarci, noi siamo liberi di fare quello che ci pare."
"Sei davvero carino, ma comunque non sono tranquilla. Dai, andiamo a fare quattro salti e a bere uno spritz." 
Mentre balliamo, Romeo mi dice: "Sei uno schianto, balli benissimo!", ma poi prende il telefonino e comincia a chattare. Allora io gli dico: "Ma che fai? Molla il telefonino e pensa a ballare con me!" Lui allora risponde: "Gli amici mi hanno mandato un messaggio per sapere se vogliamo andare con loro in spiaggia, ti va?"
"Ok, vada per la spiaggia!" Indossiamo il casco e partiamo in moto: che serata da sballo!  
                                                  (Sara Gallo, II C)

3. Romeo e Giulietta sono due ragazzi che si amano alla follia, costretti però a vivere il loro amore di nascosto a causa delle loro famiglie: Romeo appartiene ad una famiglia benestante di Verona, il papà è un importante politico e la madre una nota imprenditrice; Giulietta invece è una ragazza musulmana figlia di rifugiati egiziani. I genitori del ragazzo temono che appartenere a culture e religioni diverse possa influire negativamente sui rapporti tra i due giovani. La mamma e il papà di Giulietta invece non accettano che la figlia possa fidanzarsi con un ragazzo italiano non musulmano. I due ragazzi riescono a stare insieme e ad esternare il loro amore solo grazie alla tecnologia e a quei pochi momenti dell'intervallo scolastico. I loro WhatsApp sono lunghissimi e racchiudono i loro sentimenti.
Romeo: Tesoro! Oggi a scuola, quando ti sei affacciata alla finestra della tua aula, eri stupenda; i riflessi del sole ti illuminavano il volto, i tuoi occhi erano splendenti e io ho pensato di essere stato fortunato ad avere la ragazza più bella dalla terra. Vorrei poterti baciare liberamente e accarezzare i tuoi lunghi capelli.
Giulietta: Vita mia! Mi pesa non poter del tempo con te. mio padre ormai controlla tutti i miei movimenti, il mio telefono, le chat con gli amici; mi ha persino vietato di usare il computer quando lui non è in casa e mi ripete continuamente che dopo il liceo dovrò sposare un ragazzo musulmano. O Romeo, Romeo, perché non sei tu il ragazzo musulmano che vogliono per me?
Romeo: Sarebbe stato tutto più facile! Invece no, siamo destinati a soffrire ma insieme ce la faremo a superare tutti gli ostacoli: cattolica o musulmana, sei l'amore della mia vita e arriverà il giorno in cui staremo sempre insieme!
Giulietta: Vediamoci domani, ti aspetterò nel parco dietro casa tua, mi sono già organizzata con mio fratello che mi coprirà per tutto il giorno.
Romeo: Va bene, ti aspetto domani. La religione e i nostri genitori non ci potranno separare: nel frattempo io conterò i minuti fino a domani. Vieni presto, Amore!
                                          (Sara Perrotta, II C)

4. Romeo (in chat con Giulietta): Ciao, baby.
Giulietta: Baby non me lo dici, tesò.
Romeo: Non te la prendere! Io ti shippo con me, eh! No Romeo e Giulietta, ROMETTA IS REAL!!!
Giulietta: Certo sei carino, ma mio padre odia voi Montecchi perché da giovane tuo padre ci ha provato con mia madre!
Romeo: Vabbè baby, ma tu sei fatta per me. Su facebook c'è un sondaggio che dice che io e te siamo compatibili all'85%: We, all'85%!
Giulietta: Certo internet alcune volte si sbaglia, ma tu sei un gran figo! quindi sì, ci possiamo definire fidanzati, ma segretamente.
Romeo: Allora ci vediamo stasera alla porta del retro del "Mac Donald", anzi ti vengo a prendere io alle 19,30!
Giulietta: Ok, ma non farti vedere, mi raccomando, e non fare come al solito che ti fermi sotto al mio balcone, che mia madre poi ti vede!
                                                  (Federica Pace, II C)


venerdì 11 novembre 2016

STOP AI BULLI: UNA STORIA

Era una mattina di primavera, il sole splendeva e il cielo era molto limpido. la professoressa Smith stava spiegando e in classe erano tutti annoiati. In genere i ragazzi erano appassionati a tutte le materie, ma quando spiegava la professoressa Smith... Era lenta a parlare, se perdeva il filo del discorso doveva ricominciare da capo e le ore non passavano mai. Mancavano pochi minuti alla campanella e tutti aspettavano con ansia il suono, tranne Victoria. Sapere che sarebbero bastati pochi minuti a zittire l'insegnante non la rincuorava: sapeva che dopo quella lezione ci sarebbe stata la ricreazione e che avrebbe incontrato Sarah e le sue amichette. Victoria viveva nel terrore, pensava che un giorno l'avrebbero talmente picchiata da mandarla in ospedale o addirittura in coma. Non poteva andare in bagno, non poteva studiare in qualche laboratorio e non poteva neppure stare tranquilla a casa, dato che la riempivano di messaggi. Victoria si sentiva molto sbagliata. Oltre alla violenza fisica, sentiva parole orribili rivolte a lei; aveva talmente paura che non voleva dire niente a nessuno: pensava che potesse accadere qualcosa con Sarah e, per quanto la vittima avesse timore della prepotente, non voleva rischiare.
Eccola lì che suona, la maledetta campanella, la professoressa che esce e Sarah che si avvicina, prende la merenda di Victoria e inizia a tirarle i capelli. Intanto gli altri restavano immobili, le amiche della bulla ridevano e nel mentre registravano con i telefonini quello che stava accadendo. Succedeva ormai tutti i giorni, ma quella volta ci fu una differenza. Nessuno se ne era accorto ma la cartella della professoressa era sulla sedia, dimenticata. La professoressa Smith entrò all'improvviso per recuperare la sua cartella e subito dopo l'immagine del volto sconvolto dell'insegnante fu chiara per tutti. L'insegnante prese Sarah per un braccio e la portò subito in presidenza per farle avere la giusta punizione, poi tornò in classe e spiegò alle sue alunne: "I prepotenti sono persone che molte volte hanno qualche problema e si sfogano sugli altri. Spesso i bulli fanno quel che fanno per avere successo o popolarità fra gli amici. La vittima è una persona anche forte, solo che i bulli la fanno sentire sbagliata e lei si autoconvince che è vero. Quindi ragazzi, mi raccomando, non fate mai del male alle altre persone!"
Da quel giorno Victoria non soffre più per il bullismo e le amiche della bulla, ormai non più condizionate da lei, sono diventate le nuove amiche di Victoria.
                                         (Manuela Avallone, II C)