lunedì 6 maggio 2013

SHAKESPEARE PROJECT 1: IL TEATRO ELISABETTIANO




Il teatro elisabettiano è stato uno dei periodi artistici di maggior splendore del teatro britannico. Il periodo storico a cui appartiene va dal 1558 al 1625, durante i regni dei sovrani britannici  Elisabetta I d'Inghilterra e Giacomo I d'Inghilterra. Questo teatro rinascimentale inglese si estende nel periodo che va dalla riforma anglicana alla chiusura dei teatri nel 1642, a causa del sopraggiungere della Guerra Civile. Il teatro elisabettiano viene associato a due grandi figure: la regina Elisabetta (1533-1603), da cui trae il nome, e il drammaturgo William Shakespeare (1564-1616), massimo esponente di questo periodo e considerato tuttora uno dei maggiori autori teatrali in assoluto. Nello stesso periodo, però si impongono altri drammaturghi inglesi importanti come Christopher Marlowe, che perfezionò il “blank verse", cioè un verso inteso come un insieme di dieci sillabe, ripreso poi dallo stesso William Shakespeare, e Ben Jonson, che fu anche poeta e attore.  
Il teatro Elisabettiano ignora le regole classiche, mescolando comico e tragico, ignora anche le unità di tempo, luogo e azione tipiche del teatro classico e riprese dai miracle e morality plays,  ovvero le rappresentazioni sacre portate nelle piazze delle città britanniche.
Il teatro elisabettiano dal punto di vista dell’architettura è un perfetto edificio teatrale, nel quale il palcoscenico è una pedana allungata che arriva fino al centro della platea, dove il pubblico (che stava in piedi) si rilassava parlando e chiacchierando, anche senza seguire lo spettacolo. Intorno alla platea si trovavano delle gallerie disposte su tre piani, destinati agli spettatori che potevano permettersi un biglietto più costoso.
Shakespeare nel 1592 si aggregò, a Londra, a una compagnia teatrale come attore e scrittore di testi teatrali. Riuscì ad affermarsi nell'ambiente teatrale londinese, divenendo comproprietario dei due più importanti teatri londinesi dell'epoca, il “Globe Theatre” e il “Blackfriars”. Risalgono a questo periodo le sue prime importanti tragedie: Riccardo III, Enrico IV, Romeo e Giulietta. Scrisse anche commedie di successo: La commedia degli equivoci o degli errori e Il mercante di Venezia entrambe ambientate in Italia, Sogno di una notte di mezza estate, Molto rumore per nulla, Le allegre comari di Windsor. Shakespeare compose anche tragedie cupe e violente che crearono grandi eroi tragici: nascono così Amleto, Otello, Macbeth, Re Lear. Negli ultimi anni della sua carriera teatrale scrisse Il racconto d'inverno e La tempesta, ricchi di elementi mitologici e magici. Negli ultimi anni della sua vita non scrisse più nulla vivendo in tranquillità a Stratford-on-Avon.

      (post a cura di Gianmaria Schiavino e Leonardo Carbone)


martedì 23 aprile 2013

UNA VISITA ALLA CERTOSA DI PADULA

La Certosa è un monastero di monaci certosini, di solito situato in zone solitarie. Il nome deriva dalla Grande Chartreuse, il monastero principale dell'Ordine Certosino, (uno dei più rigorosi ordini monastici della Chiesa cattolica) situato sul massiccio della Chartreuse sulle Alpi francesi. In Italia esistono 26 Certose e una di queste è la Certosa di San Lorenzo. Essa, conosciuta anche come Certosa di Padula, è la più grande d'Italia e nel 1998 è stata dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO. La sua struttura richiama l'immagine della graticola sulla quale San Lorenzo fu bruciato vivo. La sua costruzione è iniziata intorno al 1300 ed è stata ultimata intorno al 1700. Per questo nell'edificio possiamo trovare elementi di epoche diverse: ad esempio per entrare nella Chiesa della Certosa si deve attraversare una porta in cedro del Libano del 1300 ma nel resto del monastero prevale lo stile Barocco. Il complesso monastico ha una superficie di circa 50.000 mq e in esso vi sono oltre 300 stanze. Il priore, cioè il monaco più importante, ha un appartamento di 10 stanze, che contengono ancora vari mobili in legno intarsiato e una stanza in particolare si affaccia su due meravigliosi giardini. Le altre celle sono ognuna di circa 110 mq, perché i monaci che abitavano nella Certosa erano tutti figli di nobili che offrivano grandi somme di denaro al monastero. Il monastero ha il più grande chiostro del mondo, contornato da 84 colonne e al centro è posta una fontana di 372 anni fa. In un lato del chiostro c'è il cimitero dei monaci costruito nel 1729. La Cappella è decorata con preziosi marmi e con degli altari in scagliola, un materiale simile al marmo, con inserti in madreperla. Questi altari sono molto raffinati, perché ricchi di pietre preziose e decorati a mano. Una grandissima scala a chiocciola in marmo bianco porta alla grande biblioteca del convento. Questa scala ha un'architettura molto complessa, perchè ha una struttura che si mantiene su un solo punto e che è ancora oggi studiata per capire come hanno fatto gli architetti a costruirla. La biblioteca ha il pavimento ricoperto da mattonelle e ha dei mobili in legno. All'interno della Certosa c'è anche una grandissima cucina con all'interno un gigantesco camino. La cucina ha sul muro delle mattonelle bicolori, verdi e gialle, perché si riteneva che questi colori tenessero lontani gli insetti. Proprio in questa cucina è stata cucinata la leggendaria frittata da 1000 uova preparata in onore di Carlo V fermatosi alcuni giorni di ritorno da Tunisi. All'esterno, invece, ci sono due scale a chiocciola che, unendosi, formano una costruzione ottagonale sormontata da una cupola ellittica costruita da Gaetano Barba nel 700; di giorno la scala è illuminata da finestre di forma irregolare attraverso le quali si vede la città di Padula. Durante la seconda guerra mondiale la Certosa fu utilizzata come campo di prigionia e i prigionieri di guerra inglesi avevano formato una squadra di calcio; per questo motivo sulle pareti di un ballatoio sotto lo scalone, usato come spogliatoio dei prigionieri, c'è ancora un dipinto scherzoso che raffigura un topo con un pallone tra i piedi. Oggi la Certosa ospita il Museo Archeologico della Lucania Occidentale.
                                      (post a cura di Gianluigi Citro)

venerdì 22 febbraio 2013

VIVERE E'... (SECONDO NOI)


Vivere è saper sognare
anche cose impossibili,
saper cantare
anche canzoni incredibili
                       (Silvio Gargano)

Vivere è vedere il meglio
della vita e saperne amare ogni aspetto.
Vivere è scoprire se stessi
e sapere essere umili.
                       (Francesco Giardino)

Vivere è rispetto verso se stessi e gli altri,
ricordandosi anche del prossimo.
Vivere è rilassarsi,
scordando anche solo per un attimo 
le cose brutte e stressanti che ogni giorno ci inseguono.
Vivere è crescere:
non rimaniamo sempre piccoli,
dentro di noi c'è sempre una parte più grande.
                     (Ivana Rombi)

Vivere è collezionare
non figurine, ma bei ricordi
e saper pensare
a una poesia dai versi belli.
Vivere è saper vivere
in un giorno di sole o di nebbia
e non andarsene o svanire
come un piccolo granello di sabbia.
                     (Gianmaria Schiavino)

Vivere è soccorrere o aiutare 
chi fortuna non ne ha avuta:
avere un cuore per amare
è l'unica ricchezza posseduta.
Vivere è stare all'aria aperta
sotto un cielo azzurro su un verde prato,
proteggere l'ambiente e stare all'erta
affinchè questo tesoro sia tutelato.
                     (Eleonora Federico)

Vivere è respirare,
essere presenti in ogni minuto di ogni giorno
che poi in poco tempo sembra già terminare;
vivere è prendere decisioni e aiutarsi a vicenda:
in noi ci può essere qualche imprecisione
ma la vita è stupenda.
                       (Chiara Vernieri)

Vivere è godersi la vita,
godersi la luce del giorno
come una musica infinita
o come le stelle intorno al mondo.
Vivere è scoprire un mondo nuovo,
un mondo pieno di stranezze
tondo e compatto come un uovo
con un sacco di incertezze.
                        (Gaia Pullo)

Vivere è uscire dal bozzolo
come bruchi che diventano farfalle,
non è come cadere in un pozzo
ma stare nella natura come margherite gialle
Vivere è essere felici
e prendere ogni cosa positivamente
ma non mancheranno i momenti malinconici
che vanno vissuti pazientemente.
                        (Anna Emilia Candela)

mercoledì 23 gennaio 2013

DELITTO ALLA "MONTERISI"

Era l'ultima settimana di lezione prima delle vacanze estive e nella 2C c'erano solo otto alunni presenti: Chiara, Claudio, Francesco, Anna Emilia, Costabile, Sara, Gaja e Ivana. La giornata era iniziata come tante altre, anche se i ragazzi erano particolarmente eccitati all'idea che avrebbero inserito l'ultimo post dell'anno scolastico sul loro blog, con l'aiuto della prof. di italiano. Questa volta la prof. aveva dato loro la possibilità di decidere di quale argomento parlare. Francesco aveva tante idee, Ivana, Sara e Anna Emilia volevano parlare della storia di Giuseppe Verdi, Gaja e Chiara dell'alimentazione mentre Costabile e Claudio erano a corto di idee...
Stavano accendendo la LIM, quando la prof. di italiano chiede ai ragazzi di portarle il bicchiere d'acqua che era solita bere prima di iniziare la lezione e poi quel giorno faceva particolarmente caldo. Francesco, sempre pronto ad offrirsi volontario, schizza fuori dalla classe alla ricerca di un bicchiere di plastica e vola in bagno per riempirlo d'acqua.
Ci mette un po' di tempo e rientra in classe facendo l'imitazione della signora Livia, la bidella, che ancora urlava perché si era resa conto che dal suo armadietto era sparita la busta dei bicchieri di plastica. Era stata un'impresa trovarne uno ma, racconta Francesco ai suoi compagni, piuttosto che fare brutta figura con la prof. ritornando a mani vuote, aveva preso l'unico bicchiere che era riuscito a vedere vicino a sé, poggiato su uno scaffale nel corridoio.
Ma dopo aver bevuto qualche sorso d'acqua la prof. si accascia sulla cattedra senza vita. Cosa sarà successo? I medici arrivati in soccorso non possono fare niente per lei e dopo poco ecco arrivare la polizia chiamata dalla preside.
Dall'esame fatto sul contenuto del bicchiere risulta che l'acqua bevuta dalla prof. conteneva una certa quantità di veleno per topi in polvere e le uniche impronte trovate su di esso erano di Francesco.
Quindi, l'unico sospettato del commissario Rossi è lui, ma c'è un dubbio: tutti hanno dichiarato che i suoi rapporti con la prof. erano ottimi.
Tra gli otto presenti c'è grande agitazione, non riescono a stare fermi e in silenzio, nonostante la presenza della polizia. Francesco riflette sull'accaduto, pensando ad una storia da scrivere. Sara e Ivana sono particolarmente impaurite e Anna Emilia si lamenta di un prurito alle mani dando la colpa ai poliziotti e disse: "Quei poliziotti con la loro mania di prendere le impronte!" Quell'inchiostro le aveva fatto sicuramente allergia. Chiara non riesce a togliersi dalla testa quello che era accaduto e incomincia a ragionare e riflettere sul fatto che forse non è stato Francesco ma qualcun altro. Crede che, se veramente fosse stato lui, avrebbe trovato un modo per far si che le sue impronte non apparissero sul bicchiere per non essere scoperto.
Poco dopo infatti la polizia trova dei guanti in cortile probabilmente gettati dalla finestra, un paio di quelli che usano tante mamme in cucina per non rovinarsi le mani, fatti di quel materiale sottile di gomma bianca. Adesso quindi, proprio come aveva pensato Chiara, Francesco non è più il sospettato numero uno. I sospettati dunque, sono tutti gli otto presenti.
Chiara cerca di ricostruire nella sua mente tutti i momenti prima e dopo l'accaduto. Di sicuro l'assassino è uno di loro perché solo un alunno può conoscere l'abitudine della prof. di chiedere l'acqua prima dell'inizio della lezione, ma come aveva fatto a mettere la polverina nel bicchiere?
Guarda i volti dei suoi compagni ad uno ad uno, Claudio, Costabile e Francesco giocano a battaglia navale per passare il tempo. Ivana, Gaja e Sara sono così impaurite da essere diventate pallidissime e Anna Emilia non trova pace con quel prurito alle mani, che ora sono coperte da tanti puntini rossi. Continua a ripetere che è tutta colpa  dell'inchiostro, quell'inchiostro dei poliziotti! E' così strana, si gratta, si gratta.
All'improvviso ecco! Quei puntini, i guanti fatti di quella gomma! Chiara ricorda che sua madre non li usa mai. Dice che non li sopporta perché le fanno allergia. Allergia al lattice! Anna Emilia li ha messi per non far trovare le sue impronte sul bicchiere, ecco perché ha il prurito!
Chiara informa subito il commissario Rossi di questa scoperta: Anna Emilia sapeva che la prof. avrebbe chiesto il bicchiere e, conoscendolo bene, sapeva che Francesco non sarebbe mai mancato quel giorno a scuola perché c'era da scrivere l'ultimo post sul blog!
Sicuramente Anna Emilia aveva preso il veleno dal garage di suo padre e l'aveva messo nel bicchiere che aveva lasciato su quello scaffale dopo aver rubato quelli della signora Livia.
Sapeva con certezza che Francesco vedendolo lo avrebbe preso pur di non fare brutta figura!
Ma perché tutto questo? Lei non aveva motivo di fare una cosa simile: era la migliore, la prof. le dava sempre soddisfazione, sempre ottimi voti... appunto! Anna Emilia era stufa di tutto questo, non si sentiva libera di fare errori, aveva paura di sbagliare e deludere la prof. ed era invidiosa di quelli che non dovevano dimostrare niente a nessuno.
Quindi aveva deciso di eliminare il motivo della sua ansia: la prof. di italiano!
Anna Emilia, messa alle strette dal commissario, non ha potuto fare altro che confessare... e il caso è risolto!
                                         (Post a cura di Chiara Vernieri)

venerdì 14 dicembre 2012

LA PRIMA E LA SECONDA C AUGURANO BUON NATALE A TUTTI!!!

                       Natale     (poesia dei cinque sensi)
Profumo di resina, di spezie e di incenso,
rintocchi di campane a mezzanotte
mentre già gusto struffoli e fritture;
nasi rossi, pacchetti verdi e oro,
l'aria pungente che pizzica le mani:
questo è un Natale da non dimenticare!
                                       (lavoro collettivo I C)

                                Acrostici di Natale
Natale, finalmente è
Arrivato e nasce Gesù!
Tavole imbandite e
Allegria in famiglia,
Leccornie da gustare ma alla fine
Ecco che scocca la mezzanotte
                  (Giorgio Minelli  I C)

Nato! E' nato!
Alleluia! Alleluia!
Tanto 
Amore ha portato,
Letizia 
E pace ci ha donato.
                (Ginevra Di Domenico I C)

                                         ABC di Natale
Abbracci
Bacioni e
Carezze
Domani 
E per sempre un
Felice 
Giorno sarà.
Ho sognato
Il
Lieto
Momento 
Natalizio!
Ormai da tempo
Penso a
Questo...
Ridendo,
Scherzando e
Tenendo in mano
Una tazza di 
Vellutato
Zabaione.
                 (Giulia Di Vernieri I C)

Auguri e
Buon Natale!
Che
Doni!
E' una
Festa 
Grandiosa!
Ho
Invitato
La
Mia cara
Nonna e 
Ogni
Pranzo
Quest' anno
Rimarrà
Sempre
Tradizionalmente
Unico,
Vivace e
Zuccherato!
              (Michele Spacagna I C )

Auguri e 
Buon Natale!
Che 
Doni,
Euforia e
Felicità!
Gesù
Ha
Inviato 
Luce
Magnifica
Nella notte
Oscura
Per rendere
Questa terra
Radiosa
Santificando 
Tutta l' 
Umanità col
Vento 
Zefiro dello Spirito Santo.
                   (Maria Rita Scarano I C)
                               
                        Sonetto di Natale
Porgiamo insieme gli auguri per Natale
alle persone che ci sono care
e un sorriso vogliamo regalare
a chi è povero e a chi mangia caviale.

Vogliamo farlo in modo originale
e un sonetto perciò vogliam donare,
così che tutti possano ascoltare
il nostro augurio fuori dal normale.

Auguriamo la pace a tutti quanti, 
con gioia, allegria e felicità
in un grande, amoroso girotondo

a grandi, piccini ed anche ai giganti,
ed alle persone di tutte le età,
perché il Natale splenda in tutto il mondo.
                           (Lavoro collettivo II C)

                 Natale  (poesia dei cinque sensi)
Profumo di pesce, di dolci e frittelle,
sapor di castagne, di miele e cannella,
mentre tocco i pacchetti per capire che c'è,
il fuoco scoppietta ed un canto ci allieta
e brillano luci sull'albero e in strada.
Vorrei che la gioia non sia solo mia,
ma che per tutti ci sia pace e armonia.     
                                (Lavoro collettivo II C)


AUGURI A TUTTI!!!!
                    


mercoledì 12 dicembre 2012

RELAZIONE: L'ALIMENTAZIONE

Il 5 dicembre sono venute a scuola la dott. Felicia Iannuzzi e la psicologa dott. Paola Di Vito, che ci hanno spiegato come seguire una corretta alimentazione, che è importante per noi adolescenti che viviamo in un periodo molto delicato e caratterizzato da molti cambiamenti, ma a volte non troviamo il tempo per fare un pasto adeguato.
Prima di tutto c'è stata spiegata la differenza tra mangiare, che è la semplice azione del nutrirsi, e alimentarsi che significa anche mangiare i cibi della nostra tradizione, magari con il piacere della compagnia.
La corretta alimentazione è importante per la salute e il benessere di ogni persona. Al giorno d'oggi molte malattie sono dovute ad un'alimentazione non corretta. Le riviste mostrano spesso ragazze molto magre che provocano invidia a ragazze più robuste che a volte fanno diete sbagliate e pericolose per la loro salute. Alcune persone non hanno controllo sul proprio regime alimentare e ciò provoca sovrappeso  e obesità.
Gli adolescenti tendono a mangiare non solo per fame ma anche per noia, per imitare gli amici o per stare in compagnia. Per questo la loro dieta molte volte è sbilanciata e vengono introdotte  nel loro corpo troppe calorie. Invece in questa fase della vita si deve assumere un'alimentazione variata che dia fibre, ferro, calcio e vitamine. In momenti particolari della vita occorrono maggiori sostanze: ad esempio le ragazze all'inizio dei cicli mestruali hanno bisogno di maggiori quantità di ferro, mentre in genere la popolazione assume poche quantità di calcio.
I comportamenti alimentari sbagliati sono tanti: molte persone saltano o consumano in fretta la prima colazione, che è il pasto più importante per iniziare la giornata: aiuta il metabolismo, contiene nutrimenti importanti ed è fondamentale per la concentrazione a scuola. Di solito si consumano vari snack molto calorici soprattutto nel pomeriggio. Molto frequentati sono i fast food dove avviene il consumo di patatine fritte, panini con hamburger, formaggi e salse che non rappresentano un pasto equilibrato, perché sono ricchi di grassi e ipercalorici. Le bevande dolci e gassate creano gonfiore e apportano calorie inutili e spesso vengono sostituite a bevande molto più importanti come il latte: così si riduce ulteriormente l'apporto di calcio. Molte persone inoltre escludono dalla dieta frutta, verdura, pesce, latte e latticini. L'abitudine alimentare più pericolosa riguarda il consumo delle bevande alcoliche, che determinano la chiusura dello stomaco, alterano la lucidità mentale e col tempo provocano anche gravi malattie al fegato e al sistema nervoso.
Un'altra regola alimentare fondamentale è che il numero di calorie da assumere quotidianamente varia a seconda dell'età e dell'attività; ad esempio gli adolescenti devono assumere più calorie rispetto ai neonati e agli anziani. Gli sportivi necessitano di più calorie rispetto alle persone che fanno una vita sedentaria. Anche il clima è importante, infatti nella stagione fredda l'organismo necessita di più calorie.
Ci sono dei cibi che sono destinati al consumo quotidiano e altri che invece devono esser mangiati con minor frequenza. Un cibo che viene mangiato quotidianamente è la pasta, che dal punto di vista dietologico non ha un apporto nutritivo molto elevato, per questo viene accompagnata da un condimento. Anche le patate devono essere assunte con il pane o con la pasta perché da sole non saziano. I formaggi, il latte e lo yogurt hanno un valore nutritivo elevatissimo perché ricchi di energia. L'assunzione di pesce è positiva per lo stato di salute perché esso è ricco di sali minerali e vitamine. La carne è ricca di proteine, il suo valore è composto oltre che dalla sua composizione chimica anche dalla sua digeribilità.
Il cibo in alcuni casi diventa lo strumento attraverso il quale si esprimono malesseri e disagi psicologici: si hanno così i disturbi del comportamento alimentare, cioè un rapporto conflittuale tra il proprio corpo e il cibo e questo influenza la vita dell'individuo: la persona colpita da uno di questi disturbi cambia la proprio alimentazione in funzione della percezione del proprio aspetto fisico. I disturbi alimentari più gravi sono l'anoressia e la bulimia. L'anoressia consiste nel rifiuto del cibo: la persona ossessionata dal proprio peso e dal cibo, oltre a mangiare poco, fa molto esercizio fisico e prende medicinali per perdere peso. I  danni alla salute sono molto gravi e si può arrivare alla morte. Invece con la bulimia: la persona mangia continuamente fino a vomitare, perché desidera dimagrire ma non ci riesce. Questi disturbi colpiscono principalmente (ma non solo) le donne dai 12 ai 25 anni e le cause possono essere diverse, di tipo socio-culturale o familiare. Sono colpite soprattutto le adolescenti che sono in una fase di cambiamento del corpo, del pensiero e delle relazioni. L'adolescente desidera essere accettato ed ammirato, l'aspetto fisico diventa importante e quindi si cerca di dimagrire, mentre il peso eccessivo diventa motivo di presa in giro, di esclusione e di vergogna.
Spesso i mezzi di comunicazione accentuano questa tendenza quando mostrano come esempi da imitare donne magre e bellissime e ci bombardano, soprattutto quando sta arrivando l'estate, con la pubblicità di prodotti per dimagrire. Queste informazioni spesso colpiscono chi è più debole, fragile e insicuro proprio perchè si trova in una fase di trasformazione del corpo. Per poter aiutare chi è in difficoltà bisogna ascoltare e trasmettere sicurezza e, se c'è pericolo, informare un adulto. Ognuno, inoltre, deve imparare ad amare il proprio corpo e a contare sulle proprie capacità indipendentemente dall'aspetto fisico. 
Lunedì 10 dicembre abbiamo avuto un altro incontro con la dott. Ester Ercolano, che ci ha spiegato l'importanza di leggere le etichette alimentari.
Ci ha spiegato che, per noi uomini che consumiamo cibi di origine animale, il benessere animale è connesso alla "sicurezza alimentare" in quanto un animale trattato bene è più sicuro per il consumo.
Fin dall'antichità gli uomini cacciavano e si nutrivano di animali, ma poi incominciarono ad allevarli. Quando iniziò l'industrializzazione, per aumentare la produzione gli animali, allevati in modo sbagliato, iniziarono ad avere dei problemi, a vivere di stress e quindi si ammalarono. Quando gli animali si ammalano, bisogna dar loro dei medicinali che a loro volta arrivano sulla nostra tavola e noi, mangiando latte, formaggi, uova o carne, potremmo ammalarci o avere reazioni allergiche. Oggi, grazie alle varie leggi, possiamo stare attenti a ciò che mangiamo.
A proposito dell'etichetta, la dottoressa ci ha spiegato che essa è una specie di biglietto che serve a leggere le caratteristiche del prodotto alimentare. Leggere le etichette serve a scegliere i prodotti che contengono meno additivi, cioè meno E, tra cui glutammati e conservanti. Ai cibi vengono spesso aggiunti gli additivi alimentari, che sono delle sostanze che vengono aggiunte al cibo per conservarlo in maniera migliore per il consumatore. E' importante leggere le etichette, soprattutto per chi è allergico e intollerante a certi alimenti o a certe sostanze. La dottoressa ha poi parlato dei coloranti, che servono a rendere il cibo più "bello" ma in realtà spesso fanno male al nostro corpo, anche se in alcuni casi servono per proteggere gli alimenti.
Curiosità: e gli animali come fanno? Abbiamo saputo che molti mammiferi non vedono i colori ma solo in bianco e nero, perciò a loro non interessa se un cibo è bello o no, mentre per gli uomini un piatto ben presentato è più stuzzicante; inoltre altri animali sono capaci di capire se il cibo è velenoso o no.
         (post a cura di Sara Giuliano ed Eleonora Federico)



domenica 9 dicembre 2012

UN TIPICO POMERIGGIO TRA AMICI

Io penso che lo sport sia un divertimento anche quando si arriva ad alti livelli agonistici: secondo me è una cosa che fa bene sia alla salute, perché ti fa fare i muscoli e ti fa dimagrire, sia alla mente perché ti fa fare nuovi amici e ti insegna molte regole. Il mio sport preferito è il calcio, che  fino all'anno scorso praticavo, ma quest'anno ho deciso di cambiare sport giocando a pallavolo o a basket; però  quando mi trovo con i miei amici gioco sempre a calcio con loro e mi diverto un mondo perché giochiamo in modo libero e confuso e non rispettiamo né gli schemi né alcune regole che non ricordiamo. Io sono abituato a giocare in strada perché non ci sono limiti come quando giochiamo in un campo da calcio o in uno stadio, ma comunque a me piace giocare in ogni luogo.  
Di solito il gioco del calcio, quando non si svolge in luoghi adatti, può essere un po' "sfigato" come è successo a me, Umberto e Alfredo. A noi tre, che ogni sabato andiamo a giocare a calcio al Parco del Mercatello, una volta è successo un fatto divertente. Mentre camminiamo per andare al parco, Costabile ci telefona e ci chiede di andare a citofonarlo, ma quando arriviamo a casa sua lui non può più scendere e quindi ce ne andiamo palleggiando. A un certo punto Alfredo vuole colpire me e Umberto, ma un motorino  si mette fra noi e Alfredo scaglia una pallonata alla Ronaldo, così forte che fa ondeggiare il motorino. Per fortuna non suona l'antifurto ma noi scappiamo lo stesso, poi la palla arriva a me e mentre corriamo io tiro una cannonata che ha la stessa forza di quella di Alfredo e colpisco una Citroen C2 nera che si ammacca. A questo punto la nostra unica salvezza è la fuga, così, correndo per evitare che il padrone dell'auto ci veda e ci insegua, finalmente arriviamo al parco.
Una presenza che condiziona la mia vita da calciatore è quella della signora Stella che abita in un palazzo nella piazzetta dove di solito gioco a pallone con i miei amici. Quando siamo andati la prima volta a giocare lì, abbiamo visto che, mentre giocavamo, la signora Stella aveva preparato sul suo balcone tanti secchi d'acqua sistemati come cannoni pronti a sparare. Imperterriti noi continuiamo a giocare ma ad un certo punto un mio amico tira una pallonata che colpisce in testa la signora. Lei allora non solo ci lanciò l'acqua addosso, ma ci insultò urlando parole strane e incomprensibili. Ormai noi e la signora siamo diventati amici ma ogni volta che qualcuno tira alto, noi in coro, impauriti dalla sua reazione se la dovessimo colpire di nuovo, le diciamo: - Stella, chiudete le finestre! -
                           (post a cura di Francesco Tancredi)